Roberto Saviano, confermate le condanne al boss e all’avvocato per le minacce: “Mi hanno rubato la vita”

Il processo lungo 16 anni
La sentenza della Corte d'Appello di Roma: un anno e mezzo a Bidognetti, un anno e due mesi a Santonastaso per le minacce all'autore di Gomorra e alla giornalista Rosaria Capacchione

Per Roberto Saviano “mi hanno rubato la vita”. Lo ha detto lo stesso scrittore dopo la conferma, da parte della Corte d’Appello di Roma, delle condanne a Francesco Bidognetti, boss del clan dei Casalesi, e al suo ex avvocato Michele Santonastaso per le minacce rivolte allo scrittore e alla giornalista Rosaria Capacchione. Rispettivamente a un anno e mezzo e un anno e due mesi di carcere. Saviano ha definito la sentenza come “la più importante” della sua vita in un articolo su Il Corriere della Sera.
Era il marzo del 2008, il bestseller Gomorra – diventato successivamente un titolo di culto all’origine di film e serie tv con spin-off ancora in produzione e un lunghissimo dibattito – era già stato pubblicato da un paio d’anni e Saviano era già sotto scorta per via di precedenti minacce ricevute da altri esponenti della criminalità organizzata mentre a Capacchione fu assegnata la protezione dopo quell’episodio. Il processo è durato finora 16 anni in tutto.
“Abbiamo la prova ufficiale – ha detto Saviano – in questo secondo grado che dei boss con i loro avvocati firmarono un appello dove misero nel mirino chi raccontava il potere criminale. E non attaccarono la politica ma il giornalismo insinuando che avrebbero ritenuto i giornalisti, e fu fatto il mio nome e quello di Rosaria Capacchione, i responsabili delle loro condanne. Non era mai successo in un’aula del tribunale in nessuna parte del mondo”.
Le accuse erano di minacce aggravate dal metodo mafioso, erano state lanciate durante il processo “Spartacus”, tra i più importanti processi alla Camorra. Erano contenute in un documento che l’avvocato lesse durante l’udienza del 13 marzo 2008 firmato da Bidognetti e Antonio Iovine, altro boss diventato in seguito collaboratore di Giustizia. Santonastaso lesse un documento che citava anche il libro Gomorra e gli articoli che Capacchione aveva scritto per il quotidiano Il Mattino. Per l’avvocato del boss quanto scritto dai due poteva influenzare il giudice della corte.
Bidognetti era stato assolto in primo grado nel 2014, la Corte d’Appello annullò quella prima sentenza per incompetenza territoriale e il procedimento venne trasferito a Roma dove nel 2021 sia Bidognetti che Santonastaso vennero condannati. Bidognetti è già detenuto in regime di carcere duro dal 1993. La corte di Appello ha confermato quanto stabilito già in primo grado i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma, che avevano riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso al reato di minaccia. Le motivazioni saranno rese note tra novanta giorni.
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