Merz accelera, la Germania verso la Grosse Koalition

Salta subito agli occhi, il futuro cancelliere tedesco ha un altro passo. E non è solo questione di stile. Friedrich Merz, che ieri ha vinto le elezioni in Germania, vuole iniziare le consultazioni il prima possibile, per non lasciare Berlino troppo a lungo senza un governo. E non mostra alcun dubbio sui colori, il leader dei conservatori in Germania punta tutto sui socialdemocratici dopo il mancato ingresso dei liberali (e del partito rossobruno Bsw) al Bundestag: "Abbiamo avuto un mandato chiaro e costruiremo una Grosse Koalition. I colloqui inizieranno nei prossimi giorni", ha affermato alla Konrad Adenauer Haus.
La scadenza che si è dato è Pasqua, ha ripetuto Merz all'indomani del voto che gli ha consegnato un netto vantaggio sugli altri con il 28,6%. "Anche se la situazione è difficile, sono fiducioso che arriveremo a delle soluzioni. Afd ha preso esattamente il doppio dei voti dell'ultima volta (il 20,8%, ndr) e questo è l'ultimo segnale di allerta ai partiti del centro", ha avvertito. In gioco nei prossimi quattro anni, è insomma il messaggio, c'è la tenuta della democrazia tedesca.
Il Kanzler in pectore non perde tempo neppure in politica estera. Ha avuto una lunga telefonata con Emmanuel Macron, prima della sua bilaterale a Washington. E in serata c'è stata una telefonata di auguri della premier italiana Giorgia Meloni: la collaborazione sarà stretta, soprattutto sui migranti, per Palazzo Chigi. Le parole rivolte a Donald Trump sono molto nette: l'Europa non si lascerà intimidire, e si muoverà per badare a se stessa. Decidere le sorti di Kiev sulla testa di ucraini ed europei è "inaccettabile". Tornando alla politica tedesca, dove il voto ha decapitato i partiti del vecchio governo, al centro Willy Brandt, casa dei socialdemocratici, si mettono le mani avanti: "Che si arrivi alla costruzione di un governo e che l'Spd entri a farne parte non è deciso", ha scandito il presidente Lars Klingbeil, nominato capogruppo parlamentare per avviare il cambio generazionale annunciato a caldo della traumatica sconfitta (con appena il 16,4% dei voti raccolti). Accanto a lui Olaf Scholz si è detto pronto a fare il suo dovere "fino all'ultimo giorno". Merz però è certo di poter collaborare meglio con loro che con i Verdi: "Condividiamo gli obiettivi sul fronte industriale, e la manutenzione dei posti di lavoro nel Paese. E non vediamo questo in contrapposizione con la protezione climatica", è l'esempio.
"Nessuno vuole chiudere le frontiere, nessuno", il chiarimento sui migranti, ma vanno protette meglio. Il rapporto di fiducia va ricostruito. Dopo lo strappo avvenuto in campagna elettorale, con l'apertura ai voti di Afd sulla stretta sul diritto d'asilo al Bundestag, all'ex avvocato milionario non basterà certo pretendere una coalizione. Merz ha però dedicato un passaggio anche alla "crisi quasi esistenziale" dei socialdemocratici: "Io non ho alcun interesse a distruggere l'Spd", forza politica fondamentale nella democrazia tedesca. Lo spirito costruttivo, calato nell'emergenza senza precedenti dell'ostentato disinteresse di Washington per la sicurezza dell'Europa, si evince anche dalla disponibilità del leader di approvare la riforma del freno al debito ancora prima di insediarsi. E questo per evitare che nella legislatura che lui guiderà di qui a poco venga a mancare la maggioranza qualificata dei due terzi, necessaria per modificare leggi costituzionali.
Anche i Verdi, che con l'11,6% si vedono già all'opposizione, si sono mostrati disponibili. C'è tempo fino al 24 marzo, prima che il parlamento venga sciolto. E la Gemania vuole svincolarsi al pareggio di bilancio, eredità di Wolfgang Schaeuble, che lo impose all'epoca della crisi dell'euro. Il tratto è disinvolto anche in politica estera, Merz non sembra intimorito da Trump. Ci sono "evidenti segnali" che l'America abbia perso interesse per l'Europa, ha spiegato, e "anche se sono ancora convinto che riusciremo a persuadere gli americani del fatto che l'Europa sia di loro interesse, dobbiamo confrontarci con lo scenario peggiore". L'Ue dovrà parlare "ad una sola voce" su dazi e Ucraina. Non basta. Il futuro Kanzler ha già comunicato il prossimo invito a Netanyahu a Berlino, liquidando le riserve sull'ordine di arresto della Corte penale internazionale: "È assurdo che il presidente israeliano non possa visitare la Germania".
ansa