Il mondo della musica e della cultura italiana prende posizione sulla crisi a Gaza

Il cinema italiano – finalmente, viene da dire – si schiera contro l’uccisione di civili che sta avvenendo a Gaza. Lo fa con Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema di Venezia. Lo fa con Riccardo Milani, il regista di Come un gatto in tangenziale, con Ricky Tognazzi, con Giulio Base, direttore del Torino film festival, con Steve Della Casa, conduttore di Hollywood Party, e con altri 500 professionisti del settore.
Nel messaggio social – condiviso ad esempio sulla pagina Instagram di Alberto Barbera – si legge: “Ogni giorno vediamo immagini che non vorremmo vedere, che ci tolgono il sonno. Volti di bambini, madri, padri: vittime innocenti di una guerra che divora tutto”.
“Tutte le guerre sono feroci e ogni giorno ne vediamo la crudeltà abbattersi anche su civili inermi”, continua il messaggio, che è stato postato da molti registi, attori e produttori alle 12:30 di ieri, creando un primo “social bombing”.
Prosegue il messaggio: “Non possiamo restare indifferenti. Non possiamo abituarci all’orrore. Ora però siamo di fronte a un altro orrore: la condanna a morte per fame e per sete che aspetta una popolazione di bambini, donne, vecchi. È inaccettabile. È disumano. Non possiamo restare indifferenti. Facciamo appello all’umanità che ci resta. Dobbiamo reagire. È il momento di dire, tutti insieme: Basta!”.
“Mi è stato chiesto di aderire a questa campagna social, e l’ho fatto con entusiasmo”, dice il regista Riccardo Milani. “Mi sembrava il minimo, da un punto di vista umano”. Anche Giulio Base ha partecipato alla diffusione del messaggio, che sembrerebbe affermare solo princìpi basilari e assolutamente condivisibili. Ma, al contrario, su alcune bacheche si sono scatenati attacchi, conflitti verbali, thread di confronti accesissimi: tanto che alcuni dei firmatari si sono trovati costretti a cancellare il messaggio dalle loro bacheche, per evitare l’alluvione di commenti ignobili.
Scrive sulla sua bacheca Dario D’Ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, nel quale dà spazio e voce ad attori affetti da problemi psichici: “Il nostro lavoro si basa sulla creatività. Ma come si fa, al mattino, a trovare la forza di creare, quando ti svegli con un nodo in gola, tristezza negli occhi e rabbia nel cuore? Bambini, donne, anziani, esseri umani vengono annientati, mentre io, con tutta la mia energia, cerco ogni giorno di strappare alla sofferenza i miei ragazzi disabili. A cosa serve la nostra arte, se chi dovrebbe vederla, ascoltarla, viverla… non c’è più?”.
Anche i musicisti si mobilitano. Fra i primi ad attivarsi è Piero Pelù. Insieme ad Antonio Aiazzi, Gianni Maroccolo dei Litfiba, alla tribute band I Bandidos, agli Afterhours e a Bandabardò, a Emma Nolde, Fast Animals and Slow Kids, Ginevra di Marco e i Tre Allegri Ragazzi Morti parteciperà a S.o.s. Palestina!, grande concerto nato dalla volontà di Pelù per raccogliere fondi per aiutare Medici senza Frontiere nelle attività di soccorso della popolazione palestinese, in programma all'Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale di Firenze il 18 settembre.
“In Palestina è in atto un vero e proprio massacro/genocidio di popolazione civile che ha una lunghissima e controversa storia alle spalle”, sottolinea Pelù. “Ancora oggi, in questo preciso momento il governo israeliano sionista di Netanyahu prosegue il suo impunito e megalomane massacro di bambini, donne, uomini, medici, giornalisti, operatori umanitari. La Palestina va aiutata con la massima urgenza e dalla mia rabbia e frustrazione per quello che vedo attraverso alcune pagine di informazione indipendente è scaturita l'idea di S.o.s. Palestina!, nata per raccogliere fondi per Medici senza frontiere che nelle terre di Palestina (Gaza e Cisgiordania) aiuta la popolazione civile da tanti anni. Voglio ringraziare con tutto il cuore gli artisti generosi che hanno risposto subito alla mia chiamata”.
Zerocalcare firma il manifesto dell’evento. La vendita dei biglietti è già iniziata su Ticketone. Il ricavato della vendita dei biglietti andrà interamente a Medici senza Frontiere e tutti gli artisti parteciperanno a titolo gratuito.
E la comunità ebraica? Che cosa dice? Scrive sulla sua bacheca Facebook il musicista Enrico Fink, dal 2020 capo della comunità ebraica di Firenze: “Questa fame deve finire, questa guerra deve finire. La prima cosa, subito, è che si smetta di morire. E che torni a casa chi langue in quei tunnel”. Enrico Fink non nomina direttamente Benjamin Netanyahu o il governo israeliano, ma scrive: “Resto sempre più convinto che questo conflitto non divida gli animi di noi spettatori lontani in ‘filo israeliani’ o ‘filo palestinesi’, ma ci divida fra chi vuole la pace, e chi invece vuole la vittoria totale della nostra parte e la sconfitta dell’altro. In questa divisione io so dove stare, ora e sempre”.
La cantante Noa sul suo profilo Instagram si mostra con, fra le mani, un cartello che dice: “Salviamo Gaza dalla fame”. Enrico Fink annuncia, a breve, una iniziativa con la cantante Noa a Firenze.
Luce