“Stop al dumping contrattuale: penalizza le imprese serie e il lavoro di qualità”

«Il fenomeno del dumping contrattuale rischia di minare le basi di un mercato sano, leale e sostenibile». Lorenzo Mazzolini, direttore provinciale di Confcommercio Udine, lancia l’allarme su una pratica che crea concorrenza sleale tra imprese e svaluta il lavoro dei dipendenti.
Secondo l’associazione, il ricorso a contratti collettivi firmati da soggetti privi di reale rappresentatività – spesso con trattamenti economici e normativi al ribasso – mette in difficoltà le aziende del commercio, dei servizi e del turismo che rispettano le regole e applicano i contratti siglati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.
«Le imprese si devono rendere conto che, in una fase storica in cui si fatica a reperire personale di qualità, offrire un contratto di lavoro con diritti chiari e concrete tutele è una leva strategica per la competitività – spiega Mazzolini –. Chi invece si affida a contratti “pirata”, a caccia di un effimero e improduttivo risparmio, crea conseguenze evidenti per il lavoratore, che si ritrova senza quattordicesima, con meno ferie, indennità e garanzie in caso di assenza per motivi di salute o familiari. Una recente ricerca di Adapt, associazione che analizza il mercato del lavoro – fa sapere inoltre il direttore provinciale –, ha quantificato a loro danno un divario retributivo annuo tra i 3.000 e i 4.000 euro, con una perdita di contribuzione che supera in alcuni casi i 1.500 euro annui. Tutto questo in presenza di una distorsione gravissima che crea dumping e mina la sostenibilità stessa delle imprese corrette che rispettano i contratti sottoscritti da Confcommercio e dai sindacati maggiori».
Confcommercio Udine, ricordando che la tutela dei lavoratori è garantita anche attraverso l’Ebiter, che unisce allo stesso tavolo la stessa Confcommercio e le organizzazioni sindacali, ribadisce dunque «l’urgenza di assicurare il rispetto della contrattazione collettiva nazionale, l’univa via per impedire la proliferazione di contratti irregolari, che espongono tra l’altro imprenditori spesso mal consigliati a sanzioni che inevitabilmente emergono in sede ispettiva. Si tratta del recupero contributivo sui minimi retributivi e sulla disapplicazione di tutti i benefici economici in materia di legislazione sociale, senza dimenticare la pesante impossibilità di utilizzare le flessibilità contrattuali, come il lavoro a tempo determinato e quello stagionale, che solo i contratti leader per legge possono prevedere e che sono quanto mai essenziali in settori come quelli del terziario di mercato».Confcommercio Udine, da sempre in prima linea nella tutela del lavoro regolare e della concorrenza leale, chiede alle istituzioni un confronto serio e urgente. «Non si può restare indifferenti – conclude Mazzolini – di fronte a un sistema che premia chi elude le regole e penalizza chi le rispetta. Applicare i contratti veri e respingere quelli siglati da soggetti non rappresentativi né delle imprese, né dei lavoratori è l’unica via per difendere la dignità del lavoro e il futuro delle aziende, oltre a consentire loro di reperire collaboratori esperti e di alta professionalità».
İl Friuli