"Bannon? Dipende dall'angolazione del braccio": Augias fuori controllo da Floris | Video
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Ormai le forme gestuali di saluto ai comizi sono diventate di primaria importanza, quasi più del contenuto degli interventi di chi li effettua. Di questo si parla anche a DiMartedì, salotto d’approfondimento politico e sociale di La7, condotto da Giovanni Floris.
Tra gli ospiti anche uno storico e giornalista di lungo corso come Corrado Augias, che prova a spiegare il saluto di Steve Bannon, ideologo del movimento “MAGA” (Make America Great Again), direttamente dal palco della conferenza dei conservatori Usa. Floris, provocatoriamente, gli chiede: “Bannon fa il saluto nazista, fa il saluto fascista, fa il saluto degli antichi romani o no?”.

Augias la spiega così: “No, veda quel saluto può essere definito nazista o fascista a seconda dell'angolo d'inclinazione del braccio. Se è quasi parallelo al terreno, e mi astengo dal farlo, è nazista. Se si alza rispetto alla testa, quasi in parallelo, allora è fascista. Però non è il saluto dei romani, perché i romani si salutavano in un'altra maniera. I gladiatori si salutavano sull'avambraccio, mentre i romani si salutavano alzando il braccio, che è anche un gesto benedicente. La statua di Marco Aurelio che sta in Campidoglio ha il braccio destro sollevato, ma è un braccio flesso e con la mano morbida, come quella di Adamo nella Cappella Sistina dipinta da Michelangelo".
"Il saluto fascista, in realtà, nasce ai tempi di Fiume dalla stilizzazione di quei saluti - prosegue Augias nella sua lectio magistralis -. Diventa un saluto virile, romano appunto. Il saluto nazista era accompagnato dallo sbattimento dei tacchi, era militaresco. D'Annunzio è stato un grande inventore, compreso il saluto, le faccio notare una cosa: ha inventato il grido di battaglia del fascismo ‘Eia Eia Alalà’, senta che ritmo, che di per sé è trascinante. Due battute secche e tre. Ora D'Annunzio era un grande inventore: la Rinascente, salsa rubra invece che ketch-up, sangue morlacco invece di sherry, etc., era un grande copywriter e ha anche stilizzato il saluto romano”.
Quindi, Augias fa un richiamo al cinema di Kubrick: “Il saluto romano è la prova che oggi tutto può essere sovvertito. Nei primi anni ‘60 uscì un film che si chiamava Il dottor Stranamore e Stanley Kubrick fu geniale, perché il protagonista si chiamava Jack D. Ripper e riprendeva il nome di Jack lo Squartatore (in inglese Jack the Ripper, ndr), il killer della Londra vittoriana. Il protagonista era continuamente tentato di fare il saluto fascista, ma con l'altro braccio si reprimeva da solo, perché allora non era garbato, educato e opportuno che quel saluto fosse fatto. Oggi come vede il confine è superato”.
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