“Umiltà e idee chiare”, Marco Ferrante presenta la “sua” Ischia Calcio

Giorno di presentazioni in casa Ischia Calcio. Il club, che ha depositato in tempi record la documentazione necessaria per l’iscrizione in Serie D e prenderà parte regolarmente al prossimo campionato, ha dato il benvenuto a Marco Ferrante, nuovo direttore generale. Il neo dirigente gialloblù, in conferenza stampa, ha affrontato diversi argomenti, partendo dal rapporto che lo lega al presidente Pino Taglialatela: “Fondamentalmente non ci siamo mai lasciati, perché noi siamo cresciuti calcisticamente a Napoli. Poi abbiamo fatto la trafila, ma intraprendendo due percorsi diversi. Indipendentemente da tutto è nata una cosa molto easy tra le parti, per il rapporto di amicizia/fratellanza, perché siamo cresciuti insieme.
Pino mi ha spiegato un po’ la realtà Ischia, delle difficoltà oggettive, dei tanti sacrifici e degli sforzi. Questa è un’isola meritevole, c’è tanta affluenza di pubblico, forse in parte anche un po’ da riconquistare, con entusiasmo. Metteremo le nostre capacità, umane e professionali. È nato un bel connubio tra le parti per fare qualcosa di interessante, ma con un profilo basso. Questo è mio costume, non prometto mari e monti. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Vogliamo creare e lavorare, puntando a migliorare ogni reparto. Andremo a fare ciò che pensiamo che sia meglio, con la giusta consapevolezza. Questo è in linea di massima. Adesso c’è da lavorare tanto. Lo stiamo facendo da un bel po’ di settimane”.
Ferrante ha parlato anche delle ambizioni dell’Ischia e del lavoro che sta portando avanti in queste prime settimane sull’isola: “Avremo un occhio particolare sugli isolani, sia sugli under che sugli over. Ho avuto modo e conoscenza anche di rapportarmi con i ragazzi che sono stati confermati, sono calciatori importanti. Qualche giovane potrebbe intraprendere anche un bel percorso nei prossimi anni, speriamo con l’Ischia. Il nostro obiettivo è la massima umiltà, abbinata alla massima professionalità. Come rimarco sempre, dobbiamo avere un profilo basso.
Attraverso tutti questi aspetti, secondo me, ci potrà essere l’avvicinamento di qualche imprenditore importante. Abbiamo la fortuna di essere due personaggi pubblici, più di qualcuno ci interpella. Però tutto questo viene attraverso il lavoro. Non deve essere una nave che imbarca acqua, ma deve essere bella da vedere e molto professionale. E allora poi il compito è ancora più facilitato. Questo è il mio pensiero”.
Sugli obiettivi e sul tipo di squadra che vuole costruire, il direttore generale ha precisato: “Vengo da più di mille chilometri di distanza. Con tutto il rispetto e il bene che voglio a Pino, non sono qui per un posto di lavoro perché non ne ho bisogno e avevo anche altre opportunità. Ischia però è una grande occasione per me, è una chance importante per bellezza e storicità della piazza. Pino ha toccato un tasto giusto. Non voglio apparire e non penso alla costruzione di una squadra mediocre.
Perdere non piace a nessuno. Faccio un esempio: quando giocavo con il Torino contro la Juventus degli imbattibili, sapevo che si trattasse di una partita proibitiva da portare a casa, ma sotto l’aspetto della fame e della grinta ci sarebbe stata l’eventualità di ottenere un buon risultato. Secondo me bisogna mandare un segnale importante allo spogliatoio.
Quando prendi un giocatore non devi guardare solo all’aspetto tecnico, ma anche caratteriale. È di vitale importanza poter contare sugli uomini, capaci di reagire ad eventuali difficoltà. Cercheremo vari leader per reparto. Abbiamo le idee chiare, anche con il mister. Stiamo lavorando da diverse settimane. Pensiamo di costruire una squadra tosta. Nomi? Per correttezza non posso dirli ora, magari fra qualche ora…”.
Si è passati poi al discorso legato al mercato, con la società che ha confermato alcuni elementi, ma si sta preparando altresì a una maxi rivoluzione dell’organico rispetto all’ultima stagione: “Difesa? Potrei dire 12/13 nomi, ma non lo faccio finché non ci sarà la firma. Andremo su due centrali forti, sia fisicamente che tecnicamente, con piedi buoni. Secondo me è un aspetto molto importante nel calcio per la costruzione del gioco dal basso. Abbiamo anche il portiere che è bravo ad impostare dalle retrovie. Qui non ci sono titolari, il campo darà il suo giudizio.
A destra andremo su un giocatore molto forte, mi assumo la responsabilità di quello che dico, l’ho avuto per due anni, è molto forte. A sinistra andremo su un talentino, l’ho preso da una mia nemica storica. È un giocatore importante, ha fatto anche il Mondiale con la Nazionale della sua categoria. Ovviamente deve crescere.
Girone? Dovrebbe cambiare. L’ho già fatto in passato, ho un po’ di conoscenza. Centrocampo? Arriveranno giocatori importanti, a livello qualitativo. Cerchiamo elementi di gamba. In attacco avete indovinato un pezzo (Messina, ndr), ma siamo anche su altri obiettivi, per dare ricambi. Ci saranno anche esterni bravi nell’uno contro uno. Abbiamo le idee chiare”.
Ferrante ha chiuso la conferenza parlando della figura che guiderà l’Ischia nel prossimo campionato di Serie D: “C’è già collaborazione con il nuovo tecnico? È giusta e scontata la risposta per far sì che ci sia un rapporto di professionalità con il nuovo allenatore. Per come vedo il calcio, pretendo un allenatore che abbia lettura a partita in corso. Deve avere gli uomini adatti per poter cambiare sistema di gioco in corso d’opera.
Voglio una squadra elastica, capace di passare dalla difesa a quattro a quella a tre, ad esempio. Punto su calciatori polivalenti e su un tecnico mentalizzato, preparato in questo. Darò un occhio al settore giovanile, soprattutto alla leva sotto di noi per poter raccogliere qualche elemento. Abbiamo under di livello. Non nascondo che qualche pezzo verrà con noi in ritiro per farlo crescere, per fargli prendere qualche bastonata, per fargli fare le ossa, utilizzando il gergo calcistico. Ischia, a differenza di altre location dove io sono stato, ha una base alta di giovani, a livello qualitativo.
Fisici importanti, che nel calcio moderno non guastano. Sicuramente qualcuno deve migliorare, com’è giusto che sia. E servono sia educatori che allenatori. Per me l’allenatore, prima, deve essere un educatore. Stiamo portando un po’ della nostra esperienza e professionalità. Ma ripeto sempre: io sono l’ultimo. Abbiamo però le idee chiare per andare a fare un certo tipo di lavoro, mirato, umile, ma fare una squadra con la consapevolezza che giocare contro di noi non sarà facile”.
Il Dispari