Skunk Anansie. Un’esplosione rock con Skin la guerriera


Skin, pseudonimo di Deborah Anne Dyer, è leader della band londinese Skunk Anansie
Ha probabilmente ragione il tablodi britannico The Mirror quando, recensendo l’ultimo album “The painful truth”, definisce quello degli Skunk Anansie un “synth-punk provocatorio”. Il lungo tour italiano che Skin & Co. chiudono questa sera all’Arena Campo di Marte nella festosa cornice del Brescia Summer Music, sembra aver confermato, infatti, il successo di questo approccio ruvido e sperimentale col repertorio incamerato in un trentennio (anche se sciolti nel periodo 2001-2009) di onorata attività.
"Fin qui il nostro è stato un cammino di alti e bassi, ma dopo la pandemia siamo arrivati ad un passo dal punto di non ritorno", racconta la front woman più energica e provocatoria del Regno Unito, che nel suo curriculum televisivo vanta pure un posto nella giuria di “X-Factor” (edizione 2015) Italia, dieci anni fa.
"Così ci siamo guardati in faccia chiedendoci se fosse il caso di fermarci per sempre o tornare alle nostre radici cambiando pelle. Abbiamo scelto la seconda strada e ora ci sentiamo risorti dalle nostre ceneri come l’araba fenice".
In scena, il viaggio dele Skunk Anansie nelle loro canzoni parte da “Charlie Big Potato” e arriva a “Lost and found”, uno dei momenti più significativi di “The painful truth”, senza tralasciare altre hit come “Hedonism (Just because you feel good)”, “Little baby swastikkka”, né una muscolosissima cover di “Higway to hell” degli Ac/Dc. Congedo sulle note registrate della versione di “Bella ciao” incisa nel 2029 dalla stessa Skin assieme ai Marlene Kuntz per ribadire che "certi valori non muoiono mai".
An.Spi.
Il Giorno