Prenotare al concerto di Max Pezzali se hai una disabilità? L’odissea di Giorgia: “È impossibile e frustrante”

Milano – No, né posti nel parterre né posti in platea. Alle persone con disabilità, negli stadi e nei palazzetti che ospitano i concerti dal vivo, si riserva ben altro. Si riserva tutto quello che denuncia Giorgia Dall’aglio, 31 anni. “Percorsi complessi e poco chiari” per prenotare i biglietti, obbligo di fare “richieste via mail” alle quali fanno seguito “lunghi tempi di attesa” prima di avere risposta e, “quando va bene”, quando una risposta arriva, è quasi sempre la stessa: “I posti per le persone con disabilità sono esauriti”. Tutto questo succede a prescindere: poco conta con quanto anticipo ci si muova rispetto alla data del concerto. Giorgia si è mossa un anno prima, ma non è bastato. Tutto questo, per ricorrere ancora alle sue parole, è “avvilente” e “scoraggiante” per le persone con disabilità”. “Un sistema ingiusto e discriminatorio”.
Prima di addentrarsi nel racconto di quanto accaduto a questa fan di Max Pazzali e dei Pinguini Tattici Nucleari, è meglio ricordare, per chi ancora non lo sapesse, quale sia la procedura che una persona con disabilità deve seguire per poter provare a prenotare un biglietto per un concerto. Innanzitutto occorre che vada sulla pagina internet del rivenditore dei tagliandi e che individui la società organizzatrice del live: un’operazione, questa, non immediata se è vero che nella maggior parte dei casi il nome dell’organizzatore è indicato in piccolo in fondo alla schermata dove compaiono le tariffe dei vari tagliandi. No, tra le varie tipologie di biglietti che si possono prenotare o acquistare, quelli per le persone con disabilità non compaiono, non sono contemplati, non sono un’opzione.
Non bastasse può capitare che della società organizzatrice – lì in quella riga talvolta scritta in piccolo sotto l’area del sito dove tutti acquistano il loro ticket – sia riportato solo l’indirizzo della sede: via, numero civico e città. È questo il caso che riguarda Giorgia, queste le sole informazioni che ha trovato sul sito quando ha cercato di prenotare i biglietti riservati per il concerto di Max Pezzali allo stadio di San Siro in agenda nel 2026. Come contattare, quindi, la società organizzatrice? Bisogna recuperare mail o numero di telefono col fai da te. Altre volte una mail c’è. In rari casi c’è persino il numero di telefono. Bene, la persona con disabilità fa richiesta del biglietto via mail e poi... aspetta. Per acquistare un biglietto su internet occorrono pochi minuti, in questo caso invece c’è da aspettare ore o giorni – dipende – prima di riuscire a sapere. La risposta, il più delle volte, è quella già menzionata. E quando, invece, il biglietto arriva, può capitare quello che a Giorgia è capitato di constatare durante il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari: l’area per le persone con disabilità non è collocata in modo tale da garantire a chi la occupa di vedere quanto avviene sul palco. “Le persone in carrozzina non vedevano nulla, se non la schiena degli altri fan” che, come consuetudine, hanno seguito il concerto in piedi. Le sue parole, ora. Il suo racconto.
“Ho inviato due mail a Vivo Concerti Srl per due diverse date del tour di Max Pezzali negli stadi. Ho una disabilità riconosciuta del 100%. La prima mail è stata inviata l’11 giugno 2025 alle 11.22, per la data dell’11 luglio 2026 a San Siro. Ho ricevuto risposta lo stesso giorno alle 17.01, con l’indicazione di rivolgermi ad una onlus incaricata della gestione dei biglietti riservati”. Già, può accadere pure questo: che le persone con disabilità debbano passare da un’associazione di volontariato. Le onlus fanno un lavoro prezioso, fondamentale, ci mancherebbe. Ma perché le persone con disabilità devono passare da enti caritatevoli per ogni aspetto della loro vita? Questa scelta non nasconde, pur nell’assoluta buona fede, un approccio alla disabilità di per sé pietistico, compassionevole e segregante?
Avanti col racconto di Giorgia, però. “Purtroppo, cliccando sul link, i posti risultavano già esauriti. Come indicato in quel link, il 13 giugno 2025 alle 10.38 ho quindi inviato alla onlus una mail per essere inserita in lista d’attesa, ma ad oggi non ho ancora ricevuto alcun riscontro. La seconda mail l’ho inviata il 9 luglio 2025 alle 14:57, in occasione dell’annuncio della nuova data di Bologna del 27 giugno 2026”. Anche in questo caso Giorgia si è rivolta alla Vivo Concerti Srl, che ha “risposto il 10 luglio – quindi due giorni fa – fornendomi un link attraverso il quale, però, risultava già “raggiunto il numero massimo consentito di richieste”. Infine, oggi, 11 luglio 2025 alle 13.36, ho ricevuto da loro un’ulteriore mail in cui mi segnalavano che, per errore, sono state fornite informazioni sbagliate e che avrei dovuto inoltrare la richiesta direttamente a Studio’s Programmazione”. Che ha fatto allora Giorgia? “Ammetto di aver acquistato un biglietto standard tramite TicketOne, anche per via della precedente esperienza con la data di San Siro, in cui pur essendomi attivata tempestivamente non sono riuscita ad accedere né a un posto riservato né a una risposta definitiva”.
Da qui le conclusioni: “Sembra una barzelletta ma non fa ridere e, soprattutto, è la realtà, è la procedura quasi per tutti i concerti, purtroppo. Trovo sinceramente scoraggiante che non sia stata fornita fin da subito un’informazione trasparente circa la disponibilità dei posti, evitandomi inutili passaggi e ulteriori frustrazioni. Prima dell’acquisto, ho anche tentato di contattare telefonicamente l’organizzatore ma senza successo,ogni tentativo si è scontrato con centralini sistematicamente occupati. Personalmente, ho potuto in qualche modo adattarmi alla situazione. Ma chi non può cosa dovrebbe fare? Rinunciare? Rimanere escluso? Trovo avvilente tutto questo. E quando si riesce ad accedere ai biglietti, che succede? Spesso le condizioni non sono all’altezza. Esempio concreto: concerto dei Pinguini Tattici Nucleari del 7 giugno 2025 all’RCF Arena di Reggio Emilia. Qui l’area disabili non era rialzata, le persone in carrozzina non vedevano nulla, oscurate dal pubblico in piedi. Questa è accessibilità? Credo sia giunto il momento di garantire alle persone con disabilità un’esperienza di acquisto e partecipazione paritaria a quella di tutti gli altri cittadini, senza percorsi separati, incerti e inefficaci”.
Il Giorno