Marino torna con 'La verità nascosta su Cristoforo Colombo'

RUGGERO MARINO, 'LA VERITÀ NASCOSTA SU CRISTOFORO COLOMBO' (EDITORIALE DELFINO, PP. 286, EURO 25). "Novi orbis suo aevo inventi gloria". In italiano, "Nel tempo del suo pontificato la scoperta di un Nuovo Mondo". Sono queste le parole iscritte sulla tomba di papa Innocenzo VIII. Secondo Ruggero Marino, giornalista e scrittore che da decenni studia la figura di Cristoforo Colombo, si tratta di una frase che rivela molto delle misteriose origini del viaggiatore giunto nel 1492 nel continente americano. Si possono leggere nella sua ultima fatica, 'La verità nascosta su Cristoforo Colombo', pubblicata da Editoriale Delfino, collana L'onda. Il rapporto tra Colombo e il papa, per come racconta Marino, potrebbe essere stato addirittura quello di padre e figlio, o nipote. E il viaggio sarebbe stato finanziato in parte con fondi vaticani e in parte spagnoli, provenienti comunque dal fondo per la crociata contro i mori istituito da Innocenzo VIII. Quella di Colombo sarebbe perciò stata una missione profetica, di evangelizzazione, voluta dal papa-padre. "L'operazione America fu, per molti aspetti, a più riprese un segreto di stato", sostiene Marino nel libro. Il navigatore sarebbe stato perciò cosciente del luogo dove era approdato e l'avrebbe raggiunto persino prima del 1492. Da qui l'iscrizione sulla tomba di Innocenzo VIII. Ma il potere spagnolo - anche nella figura del successore del pontefice, Alessandro VI - avrebbe deciso di cancellare nel corso dei secoli queste informazioni, ridimensionando la figura di Colombo a quella di un uomo approdato nel Nuovo Mondo suo malgrado, senza saperlo e per ragioni diverse da quelle religiose. A questa ricostruzione, dunque, si sarebbe adattata tutta la storiografia. "La Spagna, la nazione che l'oro avrebbe fatto diventare la più grande e potente del pianeta, dove l'oro-sole non tramontava mai, fece prevalere la ragione del più forte, la ragion di stato - si legge -. Colombo e Innocenzo VIII si possono considerare le prime vittime del potere nell'era moderna". Inoltre, per lo scrittore l'esistenza del continente americano sarebbe stata già nota alla Chiesa. "Per cinquecento lunghi anni il più grande inganno nella storia dell'umanità si è consumato nell'acquiescenza degli studiosi e nell'omertoso silenzio della Chiesa - scrive ancora l'autore - che per secoli aveva tenuto nascosto l'altro mondo, finché le fu impossibile protrarre la menzogna. Finché non poté fare a meno di rivelare l''eretico' quarto continente. Spezzando il dogma sacro della Trinità geografica". Per giustificare tutto ciò, Marino propone una ricca bibliografia e un'appendice costituita da immagini, dipinti, mappe e associazioni suggestive. E, dopo anni dall'inizio del suo studio, si chiede se non esista, da qualche parte del mondo, "un documento nascosto chissà dove e mai trovato prima, qualche mappa inedita riesumata, qualche cronaca mai letta, qualche dipinto relegato nei depositi o in qualche maniero" che possa ridare un senso a questa storia, confermando definitivamente una teoria rispetto a un'altra.
ansa




