Hostia, la vita di Pasolini nel libro dell'amico Zigaina

Benché dalle diverse accezioni, riferita a Pier Paolo Pasolini, la parola "hostia" sembra attagliarsi proprio alla vita e alla tragedia dell'intellettuale: Ostia è il luogo dove fu ucciso (il 2 Novembre 1975), ma in spagnolo significa "ostia" (dal latino hostia, cioè vittima sacrificale. "Hostia - Trilogia della morte di Pier Paolo Pasolini" (463 pag., 14 euro) è il titolo del libro che l'artista Giuseppe Zigaina dedicò nel 1995 al suo amico PPP. Libro che l'editore Marsilio ha ripubblicato nella collana tascabile con una nuova prefazione di Cesare De Michelis. Il libro, dedicato a Livio Garzanti, raccoglie tre libri precedentemente scritti da Zigaina e sarà presentato domani nell'ambito delle iniziative per il 50/o della scomparsa di Pasolini, al Teatro Miela di Trieste, da Elvio Guagnini, critico letterario, saggista e professore emerito dell'Università di Trieste e Ilario Quirino scrittore e medico legale. Nel volume Zigaina dopo uno studio durato anni esplicita la teoria più controversa sulla morte dell'amico, la più "politicamente scorretta": Pasolini avrebbe organizzato la sua morte come una sorta di estrema rappresentazione artistica, un atto rituale anticipato dai suoi testi. In qualche modo avrebbe descritto la propria morte perché in qualche modo ne è stato il regista. Lo scrittore, poeta, intellettuale sin da giovane, avrebbe lasciato infatti in un numero molteplice di testi indicazioni e descrizioni più o meno dettagliate degli eventi che avrebbero condotto alla tragica fine, teorizzata, profetizzata ed "esibita", come massima espressività, attraverso un linguaggio non scritto né parlato, ma il "linguaggio muto dell'azione". Domani nello stesso Teatro Miela andranno in scena anche due pièce originali di giovani autori e drammaturghi ispirati al rapporto di collaborazione ed amicizia proprio tra Zigaina e Pasolini.
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