Festa mobile a Castel sant’Angelo: dopo i D&G arriva l’Operacamion con “Tosca”


Foto Ansa
a roma
La regia di Manu Lalli e i talenti del Teatro dell’Opera riportano la lirica tra la gente, con spettacoli itineranti e gratuiti nei quartieri meno centrali di Roma. Si parte da settembre
Là dove due sere fa hanno sfilato i Dolce&Gabbana, cioè sul pons Aelius davanti a Castel sant’Angelo (nulla scriveremo delle corazze dorate sui peplum della presentazione ai Fori: la statuaria romana era altrettanto kitsch e vivacemente colorata, insomma per molti aspetti questa collezione era perfino filologica, per non dire i rimandi ai costumi di cartapesta e lucine di Danilo Donati della celeberrima sfilata ecclesiastica del “Roma” di Federico Fellini echeggiante nella collezione Alta Sartoria presentata martedì sera), a settembre arriverà l’Operacamion, benemerita iniziativa del Comune di Roma che fino a oggi ha portato gratuitamente la lirica, dal “Barbiere di Siviglia” a “Don Giovanni” nelle piazze dei municipi meno centrali toccando Primavalle e La Storta.
Anche questa, a ben vedere, è un’operazione filologica perché all’origine della nostra commedia dell’arte o commedia degli Zanni, dalla celebre prima famiglia di professionisti girovaghi, questo c’era: carretti sui quali si montavano due assi e si recitavano su canovaccio commedie e drammi, nei palazzi nobiliari ma anche nelle corti, i costumi infilati alla rinfusa nel “baule dell’attore”, molte maschere fisse, la gente ad assistere in piedi o seduta su uno sgabello portato da casa, esattamente come adesso che, raccontano, è fantastico vedere gli spettatori che arrivano con la cena al sacco, esattamente come a Glyndebourne (qui più pizza, lì più fragole e tramezzini, ma ci siamo capiti). Finito il tour del “Barbiere”, da metà settembre la regista Manu Lalli riprenderà il viaggio dall’opera che inevitabilmente richiama il Castello, e cioè “Tosca” di Giacomo Puccini, con un adattamento similare (cantare su un van non è come farlo a teatro, bisogna applicare accorgimenti importanti alla regia) e sostanzialmente la stessa compagnia di canto, formata in buona parte dai nuovi nomi di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma che, oltre ad aver annunciato per voce del sovrintendente Francesco Giambrone un ottimo programma per la stagione 2025-2026 (si inaugura il 27 novembre con “Lohengrin” di Richard Wagner che torna al Costanzi dopo cinquant’anni di assenza per la regia di Damiano Michieletto, la direzione musicale di Michele Mariotti, Mattia Palma alla drammaturgia e il tenore Dmitry Khorchak che intonerà il “mai devi domandarmi”, fatale per ogni coppia), fa leva su un bilancio 2024 in attivo per l’undicesimo anno consecutivo per spiegare e anticipare le nuove commissioni: a un riempimento medio della sala pari all’88 per cento e 14,5 milioni di incassi e un incremento globale di spettatori pari al 13,9 per cento rispondono infatti gli stanziamenti annunciati dal viceministro alla cultura Gianmarco Mazzi: nel 2024 sono stati circa 24 milioni di euro che si aggiungono ai 2 della Regione Lazio e ai 18 del Comune di Roma, destinati al nuovo edificio a Tor Marancia che entro il 2028 diventerà la sede nuova della Scuola di Danza, intitolati alla grandissima, implacabile Jia Ruskaia.
In programma, tredici serate in più rispetto alla scorsa stagione, un accordo di partnership triennale con il Teatro di Roma, collaborazioni con Musica per Roma e l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Teatro di Roma e due nuove commissioni, fra le quali la nuova versione italiana di “Inferno” della compositrice Lucia Ronchetti, già direttrice della Biennale Musica a Venezia, con l’allestimento di David Hermann, al debutto a Roma, e i costumi di Maria Grazia Chiuri, che dopo aver acquistato e restaurato il Teatro della Cometa va giustamente espandendo le proprie competenze e conoscenze oltre la moda.
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