Da Foggia a Minneapolis, l’associazione Lavori in Corso porta la voce dei figli dei detenuti al simposio internazionale sui diritti umani

L’associazione Lavori in Corso, che ha sede in Puglia e supporta i diritti dei bambini figli di genitori detenuti, ha partecipato al terzo simposio internazionale “Pregnancy and Postpartum in Prison: Healthcare, Law, and Lived Experience” (Gravidanza e post-partum in carcere: assistenza sanitaria, diritto ed esperienza vissuta), svoltosi il 30 e 31 ottobre 2025 a Minneapolis, negli Stati Uniti d’America.
Antonietta Clemente, avvocata e criminologa forense, co-fondatrice insieme a Umberto Di Gioia dell’associazione Lavori in Corso, ha rappresentato l’Italia come relatrice esperta di diritto penale e tutela dei minori al panel “Progress and Pushback on Laws” (Progressi e resistenze alle leggi) – andato in scena il 31 ottobre – insieme a Maya Sikand KC e Pamela Winn, con la moderazione di Julie Matonich, avvocata e co-fondatrice di Children of Incarcerated Caregivers. Nel suo intervento l’avvocata Clemente ha illustrato le recenti modifiche della normativa italiana in materia di maternità detenuta, analizzandone gli effetti sui diritti dei bambini e sulla coerenza con il principio del migliore interesse del minore.
“Essere chiamati a raccontare la nostra esperienza negli Stati Uniti, dopo aver dialogato con l’ONU, dimostra che anche la Puglia può proporre modelli di giustizia sociale che interessano la comunità internazionale“, afferma Antonietta Clemente che aggiunge: «Ogni bambino che cresce in carcere è una sconfitta per il diritto. Portare la nostra voce da Foggia a Minneapolis significa mostrare che anche dai margini del sistema possono nascere riforme capaci di incidere a livello globale“.
L’invito a partecipare al simposio internazionale è giunto dopo che, durante la scorsa estate, Lavori in Corso e Children of Incarcerated Caregivers – organizzazione non governativa statunitense impegnata nella tutela dei figli di persone detenute – hanno presentato congiuntamente un contributo ufficiale alla Pre-Sessione del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia.
Il documento (disponibile qui integralmente) è parte del List of Issues Prior to Reporting che aprirà la prossima sessione di monitoraggio dell’Italia da parte delle Nazioni Unite e rappresenta un passo importante per la tutela dei diritti dei bambini che vivono in carcere con le loro madri.
Un risultato che conferma il ruolo di Lavori in Corso come laboratorio di innovazione sociale riconosciuto a livello internazionale.
Cosa chiedono Lavori in Corso e Children of Incarcerated Caregivers al Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia
Fino ad aprile 2025 l’articolo 146 del codice penale italiano prevedeva il differimento obbligatorio dell’esecuzione della pena per le donne in gravidanza e per le madri di bambini sotto l’anno di età.
Questa norma garantiva ai neonati di non crescere in carcere e permetteva alle madri di rimanere nella comunità durante la fase più delicata dello sviluppo.
Con il Decreto‑legge 12 aprile 2025, n. 48, questa tutela è stata sostituita da un regime discrezionale: il giudice può ancora concedere il rinvio, ma i criteri sono vaghi e centrati sul reato commesso, non sul benessere del bambino. Inoltre le strutture alternative sono poche: esistono solo quattro ICAM (Istituti a custodia attenuata per madri) in tutta Italia, e quello di Lauro – l’unico nel sud – non è operativo.
L’avvocata Clemente ha sottolineato come tali scelte legislative, adottate senza un confronto con esperti del settore, rischino di ampliare il divario tra diritto formale e diritto vissuto, soprattutto per i bambini delle fasce più vulnerabili.
Come evidenziato nel documento, l’Italia non ha ancora integrato in maniera coerente il principio del migliore interesse del minore in tutte le sue decisioni e non ha fatto progressi significativi nel contrasto alla discriminazione, che colpisce in particolare le comunità rom e altre minoranze.
Nel contributo Lavori in Corso e Children of Incarcerated Caregivers chiedono al Comitato ONU di formulare una serie di domande alle autorità italiane, tra cui:
_ se e come il Parlamento abbia considerato il benessere dei bambini nella riforma della legge;
_ quali misure si stiano prendendo per ampliare e adeguare gli ICAM e garantire condizioni dignitose alle madri e ai loro figli;
_ che formazione ricevano gli agenti penitenziari per lavorare con bambini in carcere e se le madri abbiano accesso a programmi educativi e riabilitativi adeguati;
_ se esistano piani per investire in alternative comunitarie e case-famiglia che evitino la detenzione;
_ come saranno valutati i casi in cui si decide di revocare il differimento e separare madre e bambino.
«Queste domande non sono tecnicismi ma strumenti per rendere visibili le conseguenze che le scelte legislative hanno sui bambini e per impegnare il Governo italiano a fornire risposte puntuali», ha ribadito Clemente.
Lavori in Corso
Fondata dagli avvocati Antonietta Clemente e Umberto Di Gioia, Lavori in Corso APS unisce sostegno psicopedagogico e advocacy legale.
Lo Spazio Giallo presso il carcere di Foggia – dove centinaia di bambini possono incontrare i genitori detenuti in un ambiente accogliente – e i cantieri di cambiaMenti (percorsi formativi che coinvolgono scuole e istituzioni locali) testimoniano come l’associazione trasformi il motto “Progettiamo vite libere” in azioni concrete.
Perché “Progettiamo vite libere” è una prospettiva di giustizia sociale che guida ogni azione, dal carcere di Foggia ai contesti internazionali. Minneapolis rappresenta una tappa di questo percorso, che unisce il territorio e il mondo nella stessa visione di libertà e dignità.
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