Arriva Caffè Italia, si parte tra Napoli e sesso

Caffè Italia sarà un programma che comincia con una lettera. A recitarla sarà Pino Strabioli, che l'ha indirizzata a Stefania Sandrelli. "La ringrazio per avermi turbato", racconta il conduttore all'ANSA, "quella volta che a tredici anni uscì Novecento di Bernardo Bertolucci e io mi intrufolai (era vietato) per vederlo. Rimasi sessualmente turbato e da allora associo lei al vero erotismo". Il tema della prima puntata di Caffè Italia, in arrivo su Rai 3 da lunedì 3 novembre alle 15.40, sarà - come si potrà ormai intuire - proprio il sesso. Al fianco di Strabioli (di ritorno al terzo canale dopo l'uscita dal palinsesto de Il Caffè su Rai 1) ci sarà Greta Mauro. "È come un vero caffè dove si incontrano persone con le stesse passioni: cinema, teatro, letteratura - spiega Mauro -. Gli ospiti cercheranno di capire in che modo, per esempio, il tema della sessualità è cambiato, come il suo racconto nella letteratura, nel cinema, nel teatro, si sia modificato. Ogni puntata ha un argomento, ma pure una città che la ospita idealmente". Per il primo episodio, questa sarà Napoli. "Una città eroticissima - commenta Strabioli - la passione, il fuoco, sono nel suo dna. È libera, non giudicante, come tutti i posti di mare". Lunedì tra gli ospiti ci saranno Irene Cao, Massimiliano Lenzi, Veronica Pivetti e Cinzia Tani. "Sarà un'analisi" della sessualità "fatta con onestà intellettuale da parte nostra e dei nostri ospiti - dice Mauro -. Il modo in cui ci approcciamo al sesso è cambiato. Penso che qualche decennio fa la nostra società fosse apparentemente più chiusa ma oggi, che invece il mondo è apparentemente molto più libero, noi siamo molto più attenti, bloccati, ci sono molte più regole, pur non essendoci in apparenza. Per esempio, i giovani hanno molte più difficoltà ad approcciarsi al sesso, perché ci sono i social, che sono dei muri, delle barriere enormi" e rendono tutto "più performativo". Su questo è d'accordo pure Strabioli, per cui non si tratta solo di un problema dei ragazzi. "Sembra che i social ci avvicinino, ma in realtà ci hanno resi più diffidenti, più pigri. Preferiamo restare a casa davanti a uno schermo piuttosto che incontrare davvero qualcuno", afferma.
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