Il pasticcio del governo su Arera, da evitare oggi


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la proroga
Il Consiglio dei ministri proroga l'attuale collegio dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nonostante la scadenza prevista da sette anni. La confusione politica e la scarsa attenzione al ruolo strategico di Arera
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Al primo punto dell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di questa sera c’è il decreto per la proroga dell’attuale collegio dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Il prossimo 9 ottobre finiranno i 60 giorni di prorogatio, decorsi dopo la scadenza formale del mandato del presidente Stefano Besseghini e degli altri quattro commissari nominati nell’agosto 2018. Il provvedimento è genuinamente “necessario e urgente”, come prevede la Costituzione: senza di esso, il regolatore si troverebbe decapitato. È però sorprendente, visto che la scadenza è nota da sette anni e che da mesi la politica crea e brucia possibili candidati: come mai il governo, a cui spetta la nomina che poi deve essere confermata dal parlamento, è arrivato al limite senza individuare donne uomini dotati delle “competenze di settore” e “indipendenza di giudizio” prescritti dalla legge istitutiva dell’Autorità? Secondo le bozze circolate ieri, gli attuali componenti rimarranno in carica “limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti, fino alla nomina dei nuovi componenti l’Autorità medesima, e comunque non oltre il 31 dicembre 2025”.
La scadenza è sospetta: come maligna la Staffetta Quotidiana, il principale quotidiano di settore, “quale sarebbe la giustificazione da dare ai cittadini e alle imprese del settore, quale la causa di forza maggiore? Le elezioni nelle Marche, anzi tutte le amministrative, visto che il DL consente al governo di attendere la fine dell'intera tornata?”. Ma colpisce ancor più la contraddizione tra parole e comportamenti: da un lato non si fa che ribadire l’importanza dell’energia (e dunque la centralità dell’Autorità, a cui ulteriori compiti potrebbero essere assegnati dal decreto energia, anch’esso in discussione da mesi senza mai materializzarsi). Dall’altro si ha la sensazione – a destra e a sinistra, visto che la nomina richiede una convergenza bipartisan – che l’Autorità sia vista solo come un insieme di poltrone, da distribuire in base al Cencelli, e non uno snodo cruciale per la nostra economia. Esistono persone qualificate nel nostro paese? Certamente sì, e di tutti gli orientamenti politici; solo che la politica non li vede, forse perché guarda altrove.
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