Il cantiere San Giorgio lancia le navi made in Italy per il Gnl

San Giorgio del porto, il cantiere genovese noto, fra l’altro, per aver smantellato il relitto della Costa Concordia, ha appena consegnato all’armatore la nave Green Heart, per il bunkeraggio di Gnl, che è la seconda unità (la prima è la Green Pearl, che inizierà a operare a ottobre) realizzata secondo lo standard del green & tech shipbuilding, un settore in forte espansione a livello globale ma ancora poco presidiato in Italia. Motivo per cui il cantiere ha scelto di investire in quella direzione.
«Con il varo e la consegna di Pearl e Heart, le prime due navi della linea green - spiega Ferdinando Garré, alla guida di San Giorgio del porto - il cantiere ha dimostrato concretamente che è possibile riportare in Italia la costruzione di unità complesse tra i 10 e i 180 metri, se dotate di impiantistica tecnologicamente avanzata e realizzate su misura attorno a un progetto condiviso sin dalle fasi iniziali con l’armatore. Il significativo gap sul costo della manodopera in generale, rispetto al Far East, può essere, in parte, riequilibrato grazie al know-how tecnico italiano ed europeo, in particolare nell’integrazione di impianti complessi e ad alto valore tecnologico, dove il differenziale di prezzo con l’Asia si riduce sensibilmente».
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In quest’ottica, aggiunge Garré, «ci siamo dotati anche delle competenze e delle strutture necessarie per contribuire alla futura rete logistica e infrastrutturale del Gnl e dei nuovi carburanti alternativi, che diventeranno centrali con l’ingresso in flotta, da qui al 2030, di numerose unità dual fuel già in orderbook. San Giorgio del porto intende, quindi, supportare negli scali italiani e del Mediterraneo, la distribuzione energetica sostenibile, allineandosi a quanto già avviene nei principali porti del Nord Europa».
In linea con quel proposito, conclude Garré, «due anni fa abbiamo istituito la nostra divisione shipping, con la società Genova trasporti marittimi, affidata a Beniamino Maltese, non con l’obiettivo di competere col mercato armatoriale, ma per creare un laboratorio progettuale, dove sviluppare iniziative in partnership con primari operatori, che mantengono la gestione diretta delle navi, mentre San Giorgio resta un partner di minoranza, fino al raggiungimento degli obiettivi industriali e operativi».
La consegna della Green Heart, che ha una capacità di 5mila metri cubi di Gnl, è avvenuta l’1 luglio scorso. La nave è stata interamente costruita in Italia: lo scafo è stato realizzato nel sito di Piombino di San Giorgio del porto, che ha un polo produttivo lì, oltre quelli di Marsiglia e Genova. Lo scafo è stato varato nel 2024 e poi trasferito (tramite la chiatta semisommergibile Arcalupa) nel capoluogo ligure per l’allestimento finale e la consegna. Si tratta, spiegano i tecnici del cantiere, «di una nave ibrida ad altissima densità tecnologica, dotata di un sofisticato sistema a batterie, in grado di coprire fino al 25% della propulsione a zero emissioni, oltre che di motori dual fuel, alimentabili a metanolo e biometanolo».
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