EBA aggiorna le linee guida POG per includere i prodotti ESG e contrastare il greenwashing


L’EBA ha avviato una consultazione pubblica per aggiornare le Linee guida sulla progettazione e la governance (Product Oversight and Governance, POG) dei prodotti bancari al dettaglio (come mutui, conti correnti, prestiti) al dine di migliorare la vendita di prodotti con caratteristiche ESG ed evitare rischi di greenwashing.
Le modifiche proposte puntano quindi a chiarire i requisiti POG esistenti per evitare danni ai consumatori, come pratiche commerciali ingannevoli o vendita scorretta, quando si offrono prodotti ESG. L’EBA precisa, però, che non intende imporre nuovi oneri regolatori, ma migliorare la qualità e la coerenza dell’offerta sostenibile da parte degli intermediari.
L’iniziativa nasce a seguito del rapporto dell’EBA sul greenwashing pubblicato nel 2024, che ha evidenziato un netto aumento dei casi sospetti nel settore finanziario: i casi nel sistema bancario europeo sono passati da 40 nel 2018 a 234 nel 2023. Il documento sottolinea inoltre che il greenwashing non riguarda solo gli aspetti ambientali, ma include anche pratiche scorrette in ambito sociale e di governance, con circa il 23% dei casi considerati “cross-ESG”. Accanto a questa evidenza empirica, l’EBA tiene conto di un quadro normativo europeo in rapida evoluzione, come per esempio le recenti revisioni normative, come le modifiche alla Direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD) e al Regolamento sui requisiti patrimoniali (CRR).
Alla luce di questi sviluppi recenti e del crescente rischio di danno per i consumatori nel caso in cui le istituzioni finanziarie non rispettino i più elevati standard di condotta aziendale nell’offerta di prodotti con caratteristiche ESG, l’EBA ha concluso che è necessaria una revisione delle attuali Linee guida POG relative ai prodotti bancari al dettaglio. Pertanto, nel presente documento di consultazione propone una revisione delle Linee guida POG con l’obiettivo di rendere più espliciti, nei requisiti esistenti, gli aspetti legati all’ESG e al greenwashing, qualora vengano offerti e venduti ai consumatori prodotti con caratteristiche ESG.
La consultazione resterà aperta fino al 9 ottobre 2025 ma l’EBA ha già programmato un’udienza pubblica online per l’11 settembre con l’obiettivo di raccogliere contributi da parte degli operatori del settore. Le linee guida finali sono attese nel primo trimestre del 2026 e diventeranno applicabili dal 1° dicembre dello stesso anno.
Entrando nel dettaglio, il documento propone modifiche in sei ambiti: oggetto delle linee guida, controlli interni del produttore, target di clientela, canali distributivi, flussi informativi verso i distributori e supporto ai consumatori. L’obiettivo è assicurare che i prodotti ESG siano costruiti e venduti in modo coerente con le finalità dichiarate, evitando incongruenze tra caratteristiche dichiarate e benefici effettivi.
Nel primo ambito, relativo all’oggetto delle linee guida, l’EBA propone di esplicitare che i presidi POG si applicano anche ai prodotti con caratteristiche ESG, chiarendo che queste considerazioni devono essere integrate già nella fase di progettazione e monitoraggio del ciclo di vita del prodotto.
Per quanto riguarda i controlli interni del produttore, si rafforza il ruolo della governance nella gestione del rischio di greenwashing. Il management dovrà istituire processi specifici per individuare, prevenire e gestire dichiarazioni ESG ingannevoli, anche attraverso una formazione adeguata del personale coinvolto.
Nel terzo ambito, quello del target di clientela, viene sottolineata la necessità che i prodotti ESG siano effettivamente coerenti con le preferenze di sostenibilità del pubblico di riferimento, evitando abbinamenti fuorvianti tra prodotto e consumatore.
Per quanto riguarda i canali distributivi, l’EBA chiarisce che il produttore deve scegliere distributori dotati delle competenze necessarie per comprendere e comunicare correttamente le caratteristiche ESG dei prodotti. La complessità crescente dei temi ESG impone un rafforzamento della selezione e del monitoraggio dei distributori.
In materia di flussi informativi verso i distributori, il documento introduce requisiti per garantire che le comunicazioni legate alla sostenibilità siano chiare, trasparenti e aggiornate. Le dichiarazioni ESG dovranno quindi essere supportate da evidenze concrete, evitando affermazioni generiche o potenzialmente fuorvianti.
Infine, per quanto riguarda il supporto al consumatore, viene ribadita l’importanza di fornire informazioni complete e veritiere, soprattutto quando si tratta di prodotti ESG. Il distributore dovrà assicurare che i messaggi trasmessi siano coerenti con il profilo del prodotto, evitando il rischio di mis-selling e tutelando così l’integrità della relazione con il cliente.
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