De Bellis (Art Basel): l’arte risponde al mondo che cambia


Se il clima domina l’agenda mondiale, non sorprende che l’arte ne parli con forza e sensibilità, offrendo nuove prospettive e stimoli per il futuro. Alla vigilia dell’apertura di Art Basel, la più importante fiera mondiale del mercato dell’arte, ESGnews ha intervistato Vincenzo De Bellis, Chief Artistic Officier e Global Director di Art Basel e curatore di BG Art Talent, per comprendere la relazione e le contaminazioni tra il mondo dell’arte e quello della sostenibilità. De Bellis esplora le sfide del sistema artistico contemporaneo: dal rallentamento economico, che offre agli artisti il tempo per un’introspezione creativa, al ruolo della sostenibilità nei musei e nelle infrastrutture espositive. Un mondo in evoluzione e che riceve nuovi stimoli, come dimostra il prossimo lancio della nuova edizione di Art Basel in arrivo a febbraio a Doha e che si aggiunge a quelle di Parigi, Miami e Hong Kong, oltre ovviamente Basilea. Una visione corale e globale dell’arte che ben si accorda con la capacità degli artisti di rispondere ai problemi globali, creando opere che riflettono il loro tempo e stimolano nuove prospettive, sottolineando inoltre il valore del collezionismo come equilibrio tra emozione e investimento.
Come sta cambiando il mercato dell’arte nel 2025?
Il mercato globale sta vivendo una fase di stabilizzazione, con una maggiore integrazione tra fisico e digitale. In Italia, osserviamo una nuova generazione di collezionisti che presta attenzione al valore culturale oltre che economico delle opere, ma il mercato rimane frammentato. Serve un dialogo più strutturato tra pubblico e privato per sostenere gli artisti e rafforzare la scena nazionale.
Come si inserisce il tema della sostenibilità nel mondo dell’arte contemporanea?
Diciamo che tra arte in sé e sostenibilità c’è sicuramente una comunione d’intenti. Tuttavia, quando si parla di sistema dell’arte e sostenibilità, emergono complessità. L’arte è un mondo globale che si muove liberamente, ma questo spesso cozza con le esigenze del nostro pianeta. Musei e fiere stanno facendo un grande lavoro per ridurre le emissioni, cercando soluzioni per evitare di costruire e smantellare continuamente muri e luci per le mostre temporanee. Questo tema è all’ordine del giorno per le grandi istituzioni, che stanno lavorando molto sull’infrastruttura e sulla logistica delle esposizioni.
Poi quando parliamo di sostenibilità, è fondamentale chiarire cosa intendiamo. Se ci limitiamo all’aspetto ‘green’, allora parliamo di riduzione delle emissioni e ottimizzazione delle risorse. Tuttavia, la sostenibilità include anche temi come l’accessibilità e la possibilità di rendere l’arte più disponibile a un pubblico ampio. Dipende davvero dai fattori considerati e dall’ambito di applicazione.
Gli artisti rispondono alle tematiche sociali e ambientali attraverso le loro opere?
Moltissimi artisti lavorano sulle problematiche del nostro tempo, come il cambiamento climatico, rispondendo agli stimoli che vivono quotidianamente. Oggi gli artisti non operano più in isolamento: sono immersi negli stessi problemi e sfide della società. Se la sostenibilità è al centro del dibattito globale, è inevitabile che gli artisti ne parlino. Ci sono tantissime opere che denunciano il cambiamento climatico e gli eccessi che hanno portato il pianeta nelle condizioni attuali, ma non parlerei di un vero e proprio filone di ‘arte ambientalista’.
Di fronte a un’opera d’arte, cosa cattura la sua attenzione?
Una domanda da un milione di euro. Per me, le opere devono dirmi qualcosa che non so. Questo capita, credo, a tutti i tecnici, e io sono un tecnico: ho sempre fatto questo lavoro, ho visto opere d’arte per tutta la mia vita professionale. Ormai è difficile, molto difficile, che qualcosa mi sorprenda, semplicemente perché conosco tanto. Vale per tutti coloro che lavorano a lungo in questo settore.
Laddove trovo qualcosa che mi fa porre una domanda e per la quale non ho risposta, quell’opera mi interessa. A livello emotivo e intellettuale, deve esserci tutto.
Che sfide e opportunità vede per il futuro?
Il futuro dell’arte italiana passa per una maggiore internazionalizzazione e per il rafforzamento delle istituzioni che la sostengono. Politiche fiscali più efficaci, insieme a iniziative come Milano Art Week, possono contribuire a rendere l’Italia un hub sempre più rilevante nel panorama artistico globale.
Oltre ad Art Basel lei ha curato anche il progetto BG Art Talent lanciato da Banca Generali in occasione della Art Week milanese. Come si è evoluto questo percorso?
Negli anni, BG Art Talent ha dimostrato quanto sia cruciale il ruolo di una collezione costruita con cura e visione. Ho visto crescere questo progetto, trasformandosi in una piattaforma solida di supporto per gli artisti italiani, permettendo l’acquisizione di opere significative che dialogano con il presente e il futuro del panorama artistico. L’edizione 2025 riflette questa continuità con l’inserimento di The Reign of Comus di Giangiacomo Rossetti e Falsa Finestra V di Giuseppe Gabellone, due opere che rappresentano linguaggi distinti ma ugualmente radicati nelle dinamiche culturali contemporanee. Rossetti utilizza la pittura per interrogarsi sul linguaggio visivo, attingendo al Rinascimento e al Futurismo per creare immagini sospese tra passato e presente, che seducono lo spettatore con il loro richiamo a memorie artistiche. Gabellone, invece, esplora la relazione tra scultura, percezione e immagine, creando opere che sfidano il concetto stesso di spazio e memoria. Entrambi offrono prospettive uniche sulla nostra realtà visiva.
In un mercato orientato agli artisti affermati, come si scelgono gli emergenti?
La scelta di sostenere artisti emergenti risponde a una necessità di rinnovamento nel sistema dell’arte. Favorire una pluralità di linguaggi è essenziale per costruire un panorama artistico ricco e variegato. Guardiamo alla qualità e alla coerenza del percorso degli artisti, ma anche al loro potenziale di crescita nel panorama internazionale. Progetti come BG Art Talent dimostrano come una partnership tra privato e artisti possa avere un impatto significativo nel promuovere il nuovo.
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