Bioplastiche compostabili: filiera italiana a rischio

L’Italia è stata tra i primi Paesi a credere nelle bioplastiche compostabili, sviluppando una filiera innovativa che ha generato investimenti, posti di lavoro e know-how esportabile. Ma oggi questo modello virtuoso rischia di incepparsi. È quanto emerso dal secondo Forum italiano delle bioplastiche compostabili, organizzato a Roma da Assobioplastiche e dal Consorzio Biorepack, che ha riunito imprese, decisori politici ed esperti del settore per fare il punto su uno dei comparti più strategici per la bioeconomia circolare nazionale.
Il quadro delineato è tutt’altro che rassicurante. Dopo dieci anni di crescita costante, la filiera mostra segnali evidenti di sofferenza. Nel 2024 il fatturato complessivo si è fermato a 704 milioni di euro, con un calo del 15% rispetto al 2023, mentre il numero di addetti scende a 2.913 (-2,2%). I volumi tengono (+0,5%), ma la redditività è sotto pressione, in un mercato sempre più distorto da concorrenza sleale, incertezza normativa e controlli inefficaci.
“Il dumping delle imprese extra-Ue sta mettendo in ginocchio molte aziende italiane”, denuncia Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “Oggi acquistare un manufatto in bioplastica realizzato in Asia costa meno che comprare in Europa le materie prime per produrlo. Un paradosso che rende insostenibile la competizione”. A questo si aggiunge il fenomeno delle stoviglie “pseudo-riutilizzabili”, favorite da lacune nella normativa europea sulle plastiche monouso (Sup), e la persistente diffusione degli shopper illegali: oltre un quarto di quelli in circolazione non rispetta la legge, a più di dieci anni dall’introduzione delle sanzioni.
Numeri più incoraggianti arrivano dal riciclo organico: nel 2024 il tasso di riciclo delle bioplastiche compostabili ha raggiunto il 57,8%, superando gli obiettivi europei per il 2025 (50%) e il 2030 (55%). Cresce anche il numero di comuni convenzionati con Biorepack (ora al 74,3%) e la popolazione coperta, che supera l’85%. Solo nel 2024, ai territori sono stati riconosciuti 12,7 milioni di euro di corrispettivi per la gestione degli imballaggi compostabili conferiti con l’organico.
Il futuro del settore dipenderà però dalla capacità dell’Italia di affrontare con decisione la prossima sfida normativa: l’attuazione del nuovo regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr). Il testo, già approvato, richiede agli Stati membri di notificare entro l’11 agosto 2026 la lista delle applicazioni che dovranno essere realizzate in materiale compostabile. Un passaggio cruciale per dare certezze alle imprese e semplificare la raccolta per i cittadini.
“Per far funzionare un modello che ha già dimostrato la sua validità bastano poche regole: chiare, certe e fatte rispettare”, conclude Marco Versari, presidente di Biorepack. “Come consorzio di riciclo continueremo a lavorare per consolidare gli obiettivi raggiunti, rafforzare la collaborazione con l’industria del compostaggio e chiudere in modo virtuoso il ciclo degli imballaggi compostabili”.
La Repubblica