Biennale: Christian Rizzo, la danza della gioia

All'ombra di gesti e cose che accadono senza che ce ne accorgiamo, l'attenzione si dispiega all'improvviso. E se la più piccola quotidianità fosse lo spazio, se non il luogo, che ci connette all'invisibile?
Così Christian Rizzo introduce All'ombra di un vasto dettaglio, Fuori dalla tempesta, la sua prossima creazione. "Per me", spiega, "entrare con i gesti, qualunque essi siano, è sempre un modo di abitare lo spazio, in particolare qui dove sono i gesti domestici a interessarmi, quelli dell'arte culinaria, del lavoro o dell'artigianato, e che non sarebbero, a rigor di termini, gesti, all'inizio, della storia della danza ma piuttosto della storia della vita quotidiana, e ciò che mi ispira non è da dove provengono ma cosa producono; sono ancorati al concreto ma possono fluttuare e provocare momenti sorprendenti. In questo pezzo, a differenza di altri, i gesti non sono in contatto con un oggetto come punto di appoggio. Così, l'esperienza della spazialità diventa altro, dà vita a uno spazio vuoto che tuttavia conduce poesia, controforme che ci mettono in relazione con qualcosa che non è visibile, che non è ancora accaduto, che rimane sospeso. È in questo tempo di sospensione che si crea l'alterità, l'attesa dell'altro, la possibilità che accada qualcosa che porti gioia".

Un dettaglio non può essere una cosa da poco
Rizzo invita per la prima volta in scena testi di Célia Houdart, che prenderanno parte alla scrittura coreografica. Prosegue il suo lavoro senza gerarchie tra i movimenti di danza, la composizione sonora e la luce, aggiungendo qui quelli della lettura.
"È un pezzo in cui c'è molta danza perché non c'è alcun legame con gli oggetti. Questo significa che il movimento è fatto dallo spazio e con lo spazio, allo stesso tempo e con l'altro."
Alla domanda sul titolo, tutto in contrasto, risponde: "I titoli dei miei pezzi sono tutti importanti, devono avere una sorta di promessa, un'ipotesi, essere un campo di lavoro. Mi piace nominare in modo poetico qualcosa che precisamente non ha ancora una forma nel momento in cui viene danzato, mi è venuto quasi in un colpo solo. La questione del dettaglio è estremamente importante per me, ci lavoro intorno, è la molteplicità del dettaglio che mi permette di scrivere, di concepire qualcosa nella sua interezza. È forse una distorsione della mia formazione di artista visivo/storico dell'arte. Sono sempre stato attratto da come un dettaglio informa il tutto, si potrebbe dire anche il contrario. Ma in ogni caso, il rapporto tra dettaglio e tutto mi ha sempre affascinato. E in effetti, mi piace molto accostare vasto a dettaglio, un dettaglio non può essere una cosa piccola, nell'ombra, cioè che non lo mostriamo come tale, e siamo comunque nella sua eco e fuori dalla tempesta perché credo di aver cercato anche una forma di calma e serenità per un a lungo."
All’ombra di un vasto dettaglio, fuori dalla tempesta - Christian Rizzo – 16 e 17 settembre alla Maison de la danse
Lyon Capitale