Feijóo cercherà di costringere Sánchez a sfinirsi, così getterà la spugna.

"Le vacanze sono sopravvalutate", ha scherzato Alberto Núñez Feijóo prima di prendersi qualche giorno di ferie quest'estate, e la verità è che il leader del PP vorrebbe tornare al lavoro il prima possibile, e soprattutto farlo come Primo Ministro. Quindi, il suo più grande desiderio è che Pedro Sánchez getti la spugna il prima possibile e indichi le elezioni.
Tre anni dopo l'insediamento come presidente del PP, dopo una fenomenale crisi interna che è costata la carica a Pablo Casado, Feijóo ha concluso l'anno scorso con un congresso straordinario da lui segretamente pianificato. Questo è servito a rilanciare la sua campagna per la presidenza della Moncloa e a garantire che il partito fosse perfettamente allineato al momento delle urne.
Il presidente del PP promette di governare senza Vox, un compagno di viaggio molto scomodo.Il principale cambiamento organizzativo in un esecutivo altrimenti continuista è stata la sostituzione di Cuca Gamarra con Miguel Tellado come segretario generale, una mossa che internamente significa rafforzare il nucleo galiziano che lo ha accompagnato fin dagli anni in cui è stato presidente della Xunta e concedere pieni poteri a un uomo di sua massima fiducia, che non esiterà a mantenere l'ordine nelle fila del partito.
Quanto alla strategia politica che il PP, come principale partito di opposizione, perseguirà dal prossimo settembre, non sarà altro che quella vista finora: continue manovre per logorare il PSOE e il Governo su tutti i fronti possibili: quello parlamentare, dove Ester Muñoz di León, una brillante allieva di Tellado, sostituirà la galiziana nei suoi feroci scontri con il portavoce socialista e i ministri nelle sedute di controllo, e quello condotto sui media e sui social network, dove i presunti casi di corruzione che perseguitano Pedro Sánchez, nella famiglia – che ha già fatto la prima pagina del Financial Times – e nel partito – con il penultimo segretario dell'organizzazione in carcere – continueranno senza dubbio a fornire munizioni dialettiche al PP.
A tutto ciò si aggiungeranno ovviamente le critiche alla gestione dei problemi della società spagnola da parte del governo di sinistra. A questo proposito, come emergerà questa settimana dalla sfilata di quattro ministri in altrettante commissioni, la maggioranza assoluta del PP al Senato continuerà a esercitare un forte potere di contrasto, in netto contrasto con la fragilità del sostegno a Sánchez al Congresso.
Ma se il Primo Ministro persiste, come afferma ripetutamente, e riesce a presentare e approvare il bilancio, che darebbe respiro al suo Gabinetto per tutto il 2026, non solo verrebbe sciolta una delle principali risorse del PP all'opposizione, ovvero la mancata approvazione dei conti pubblici per l'intero mandato, che ne accelererebbe la fine, ma un percorso che ora sembra chiaro per Feijóo potrebbe diventare irto di ostacoli.
Alcune sono già visibili, come l'agenda giudiziaria del PP stesso, con il caso Kitchen e il cratere aperto dalla gestione del Tesoro da parte di Cristóbal Montoro che incombe, e che minano la credibilità di un PP che, sotto la guida di Feijóo, che ha sempre sfoggiato un curriculum impeccabile fin dal suo ingresso in politica, si è sempre presentato come un modello di virtù pubblica.
Inoltre, il formidabile potere territoriale raggiunto dal partito con Feijóo alla guida potrebbe essere eroso non solo nella Comunità Valenciana, il principale ostacolo, ancora irrisolto, con cui il leader del PP ha dovuto confrontarsi. E mentre Carlos Mazón, dopo la sua performance altalenante durante le alluvioni dello scorso anno, rimane presidente della Generalitat nonostante le quasi zero possibilità di ripetersi come candidato del PP, gli incendi di quest'estate hanno messo sotto i riflettori Alfonso Fernández Mañueco, il primo dei baroni a dover sottoporre la propria posizione al vaglio pubblico.
A differenza del presidente di Castiglia e León, che difficilmente indirà elezioni anticipate dopo le proteste che ne chiedevano le dimissioni, l'andaluso Juanma Moreno ha tutto il necessario per mantenere la presidenza del governo regionale e offrire a Feijóo una vittoria storica, con la prima vicepresidente, María Jesús Montero, che giace sotto la sabbia dopo aver ottenuto il peggior risultato del PSOE in Andalusia dai tempi della democrazia. Lo dicono i sondaggi, e il PP ci crede.
Comunque sia, in tutti gli intrecci che circondano il viaggio di Feijóo alla Moncloa, c'è un passeggero scomodo come Santiago Abascal. Ecco perché, al termine del trionfale congresso di luglio, il leader del PP si è impegnato a governare da solo, senza l'ingresso di Vox nei ministeri, che ha già rovinato l'esistenza di diversi dirigenti regionali. Inoltre, i ponti con il PNV sono in rovina e il fugace riavvicinamento parlamentare con Junts è più strumentale, per agitare il PSOE, che a lungo termine.
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