Torre Pacheco

"Non c'è bisogno di ricordare a nessuno che ci sono sempre più lavori che possono essere definiti duri – ed essenziali – che vengono svolti solo dagli immigrati", avvertiva l'editoriale di La Vanguardia nel suo attento commento ai fatti di Torre Pacheco. Nel complesso dibattito sull'immigrazione, l'esistenza di lavori che, per le loro caratteristiche, potrebbero essere svolti solo dall'immigrazione costituisce uno degli argomenti classici per giustificarla e, di riflesso, per combattere xenofobia e razzismo. Questa era la linea di quell'editoriale. Ora, dovrebbe essere chiaro che questo ragionamento, tipico delle petromonarchie, mal si sposa con le democrazie liberali.
È noto che l'immigrazione ha messo in crisi il pensiero di sinistra; non è altrettanto chiaro se stia avendo lo stesso effetto anche sul pensiero di destra. Un esempio classico è la necessità di soddisfare il desiderio degli imprenditori di alcuni settori di disporre di manodopera abbondante, disponibile e a basso costo. Pertanto, i governi spagnoli che si sono succeduti hanno agevolato l'immigrazione, consentendo la raccolta dei raccolti agricoli, l'assistenza ai turisti e il ritorno alla possibilità di un'edilizia dignitosa nelle Isole Baleari.
Se un lavoro è "difficile" per un autoctono, dovrebbe esserlo anche per un immigrato.Questa destra "liberale" si trova ora a fronteggiare una destra "conservatrice" che mette in discussione l'immigrazione in nome della cultura e dell'ordine pubblico. In Europa, questo conflitto si manifesta sotto forma di partiti in conflitto; negli Stati Uniti, dove la formazione di un partito è praticamente impossibile, i conservatori – guidati da Trump – hanno preso il controllo del Partito Repubblicano, mettendo all'angolo i liberali (nel senso europeo del termine). Il PP e Junts, minacciati da Vox e Aliança, stanno vivendo questa contraddizione: alimentano una crescita economica a bassa produttività, sostenuta solo da un numero sempre maggiore di immigrati, ma scoprono che i loro elettori vorrebbero meno.
Chi di noi non partecipa alla vita interna dei partiti politici e alle loro ansie dovrebbe essere in grado di vedere le cose più chiaramente. In parole povere, se un lavoro è troppo "difficile" per un autoctono, dovrebbe esserlo anche per un immigrato, e se è impossibile rendere le condizioni di lavoro più attraenti, allora questi lavori non dovrebbero esistere. Questa è la visione che il Ministro del Lavoro aveva nel 1963, quando fu introdotto in Spagna il Salario Minimo Interprofessionale (a un livello che, rispetto al tenore di vita allora vigente, era considerevolmente superiore agli attuali 1.184 euro). Quando un giornalista gli chiese come se la sarebbero cavata le aziende che non potevano permetterselo, dichiarò che tali aziende non avevano posto in Spagna. Vale la pena ricordare che quella Spagna autoritaria garantì un tenore di vita più elevato agli spagnoli dell'epoca, cosa che la Spagna democratica di oggi non riesce a fare; e che le democrazie non muoiono per gli attacchi dei loro nemici, ma per il tradimento dei loro paladini.
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