Il Banco de la República si rammarica delle interpretazioni errate date della sua richiesta alla Corte Costituzionale

La dirigenza della Banca della Repubblica ha espresso rammarico per le interpretazioni errate date alle richieste presentate dalla banca all'Alta corte la scorsa settimana, in una lettera inviata alla Corte costituzionale, in merito ai tempi di entrata in vigore della legge 2381, ovvero della riforma delle pensioni, qualora detta legge fosse dichiarata esecutiva.
Secondo l'Emittente, le proposte formulate nella lettera " non avevano altro scopo se non quello di ricercare chiarezza e proporre un termine ragionevole per l'adempimento della legge, in conformità con la decisione della Corte Costituzionale".
La dichiarazione dell'autorità monetaria colombiana arriva dopo che il presidente Gustavo Petro, a conoscenza del contenuto della lettera inviata alla Corte, ha scritto sul suo account social X: "Definitivo: ci troviamo di fronte a una nuova manovra per impedire la riforma delle pensioni. Mai vista prima".

Jorge Ibáñez, presidente della Corte Costituzionale, e Gustavo Petro, presidente. Foto: EL TIEMPO/ Archivio privato
In un altro messaggio, il Presidente Petro ha chiarito di non credere che la Corte Costituzionale si opporrà alla riforma delle pensioni, ma ha nuovamente respinto la richiesta di rinvio. "Quello che vedo sono tentativi da più parti di ostacolare l'attuazione della riforma", ha affermato.
Nella sua recente comunicazione in cui si rammaricava di questa errata interpretazione della sua petizione, la Banca della Repubblica ha ricordato che il suo messaggio alla Corte costituzionale ha due scopi: in primo luogo, chiarire l'interpretazione della Corte sulla validità della Legge e dei decreti emanati durante il suo processo di regolamentazione, che ritiene essenziali per procedere su questioni quali la firma del contratto tra la Banca della Repubblica e il Ministero delle Finanze; la selezione degli amministratori esterni; e la nomina dei membri del Comitato direttivo del FAPC (Fondo di risparmio del pilastro contributivo) da parte del Consiglio di amministrazione della banca emittente.
" Si era lavorato su queste questioni, ma il processo è stato interrotto in seguito alla pubblicazione della dichiarazione della Corte del 17 giugno 2025, che annunciava la decisione di "sospendere, a partire da oggi, l'entrata in vigore delle disposizioni della legge 2381 del 2024 fino al giorno successivo alla data in cui la Corte Plenaria avrà preso una decisione definitiva sulla costituzionalità di detta legge", ha affermato la direzione della banca nella sua nuova comunicazione.

Leonardo Villar, direttore della Banca della Repubblica. Foto: Banca della Repubblica
Il secondo scopo della lettera, aggiunge la banca, è quello di chiedere alla Corte di stabilire un termine ragionevole per far avanzare il procedimento che, per cause indipendenti dalla volontà della banca, era già stato ritardato e interrotto a partire dal 17 giugno.
Ha aggiunto che è stato suggerito che l'entrata in vigore della legge non avvenga il giorno successivo alla decisione sulla sua costituzionalità, bensì tre mesi dopo l'emissione della relativa sentenza.
"Una lettura preliminare del comunicato stampa della Corte costituzionale potrebbe implicare che tutti i procedimenti pendenti debbano essere condotti tra la data in cui viene decisa la costituzionalità della legge e il giorno immediatamente successivo, il che è impraticabile dal punto di vista pratico", ha insistito l'autorità monetaria.
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