Psicologia: questa strategia di coping presumibilmente malsana può essere positiva per noi

Molti di noi hanno sviluppato strategie di coping personali per affrontare emozioni o pensieri dolorosi. Secondo la credenza popolare, queste strategie non sempre sono efficaci. Tuttavia, una strategia popolare può essere molto utile, come spiegano due terapeuti.
In psicologia, la repressione, la razionalizzazione e simili sono strategie di coping o meccanismi di difesa che tipicamente utilizziamo per affrontare emozioni o situazioni difficili e spiacevoli. Molte di queste ci aiutano a sopportare meglio la situazione difficile o scatenante sul momento, ma a lungo termine spesso non ci portano necessariamente alcun beneficio, perché in ultima analisi ci impediscono di affrontare veramente le nostre emozioni e quindi di elaborarle.
La terapeuta Maria Evans spiega ora a "Oprah Daily" perché tali meccanismi cerebrali sono effettivamente giustificati e perché la compartimentazione, in particolare, non è poi così negativa come si dice. Secondo Evans e la sua collega Ashley Graber, può persino essere utile in determinate circostanze.

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"La compartimentazione è un meccanismo di difesa che il nostro cervello usa per gestire pensieri o emozioni opprimenti che sono in conflitto tra loro", spiega Evans. "Li suddivide in parti diverse". Il problema è che spesso nascondiamo questi sentimenti negativi sotto il tappeto, e possono diventare più intensi, come spiega Ashley Graber, coautrice di Evans del libro "Raising Calm Kids in a World of Worry".
Ma a quanto pare ci sono situazioni che costituiscono un'eccezione. Secondo Maria Evans, questo è particolarmente vero nell'attuale situazione globale, in cui una crisi segue l'altra. Soprattutto quando altri aspetti della nostra vita richiedono contemporaneamente la nostra energia e attenzione, che si tratti della perdita del lavoro, di una vita familiare difficile o del dolore per la perdita di una persona cara. "Al momento, la compartimentazione potrebbe non essere affatto una strategia di evitamento", afferma Evans. "È una sorta di triage emotivo".
Lo studio conferma l'effetto positivoUno studio recente ha persino dimostrato che reprimere i "pensieri indesiderati" può ridurre ansia e depressione. La ricerca si è concentrata sulla presa di coscienza dei pensieri dannosi e sulla loro repulsione attiva. Chi pratica ripetutamente questa tecnica ha fatto qualcosa di positivo per la propria salute mentale.
Ecco perché va benissimo lasciar andare certi pensieri ed emozioni e non affrontarli tutti in una volta. Tuttavia, affinché la compartimentazione diventi un meccanismo di coping sano e utile, è importante che a un certo punto affrontiamo effettivamente le emozioni spiacevoli. Non dovremmo saltare questo passaggio fondamentale, anche se al momento stiamo reprimendo un'emozione difficile o un pensiero doloroso.
Come la compartimentazione diventa una strategia sanaSecondo Ashley Graber, non esiste una linea temporale perfetta per affrontare i nostri pensieri o le nostre emozioni. Come consiglio concreto, la terapeuta suggerisce di riservare un momento specifico della settimana, ad esempio un'ora la domenica, in cui dedicare consapevolmente del tempo ai nostri sentimenti. Potremmo poi tenere un diario, fare una sorta di "brain dump", ovvero semplicemente scrivere tutto ciò che ci passa per la testa.
Per usare la compartimentazione come strumento utile per la nostra salute mentale, la consapevolezza è essenziale. Perché sì, in un momento difficile, potrebbe essere meglio mettere da parte la questione dolorosa successiva piuttosto che cercare di lavorare su tre progetti contemporaneamente. Ma è importante affrontare consapevolmente le questioni difficili a un certo punto, idealmente quando abbiamo davvero il tempo e lo spazio per concentrarci su di esse.
mbl Brigitte
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