La parità di genere nelle aziende non fa progressi
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L'Austria è in fondo alla classifica dell'UE per quanto riguarda il divario retributivo di genere ©APA/dpa
Per quanto riguarda la parità di genere, le aziende austriache non stanno facendo alcun progresso. Lo dimostra un’indagine condotta dalla società di consulenza Deloitte in occasione della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo. Di conseguenza, i livelli dirigenziali in questo Paese sono dominati dagli uomini e probabilmente rimarranno tali anche nel prossimo futuro. Ciò ha ripercussioni anche sui guadagni: la differenza salariale tra i sessi, il cosiddetto divario retributivo di genere, è notevolmente più elevata in Austria che nell'UE.
"Sebbene il divario retributivo di genere si stia riducendo ogni anno, il ritmo con cui stiamo progredendo è decisamente troppo lento", ha affermato Elisa Aichinger, partner di Deloitte, secondo il comunicato stampa. I dati di Statistics Austria mostrano che nel 2022 le donne in questo Paese hanno guadagnato il 18,4% in meno rispetto agli uomini (lordo e orario); la differenza media nell'UE era del 12,7%. L'Austria è uno dei paesi dell'UE con il divario retributivo di genere più elevato; solo in Estonia la differenza salariale è maggiore.
I livelli di gestione rimangono un dominio maschile
Quasi la metà delle aziende intervistate da Deloitte non prevede attualmente di aumentare la quota di donne nelle posizioni dirigenziali di vertice. Per un quinto delle aziende, anche la mancanza di donne qualificate è un problema. "I livelli dirigenziali nell'economia austriaca sono sempre stati chiaramente dominati dagli uomini. I risultati del sondaggio non suggeriscono che questa situazione cambierà a breve", ha affermato Aichinger. La società di consulenza ha intervistato online un totale di 501 rappresentanti aziendali in tutta l'Austria da dicembre 2024 a gennaio 2025.
Per promuovere l'uguaglianza di genere, Aichinger ritiene che siano necessari un'assistenza all'infanzia completa, la promozione delle ragazze nelle materie matematiche e tecniche e quote obbligatorie. "Le aziende, a loro volta, possono ottenere molto grazie a processi comprensibili in materia di sviluppo di carriera e reddito e creando una cultura aziendale che promuove trasparenza, correttezza e orientamento alle prestazioni", afferma l'esperto Deloitte. I responsabili dello studio vedono un ulteriore passo avanti verso la giustizia dei redditi nella direttiva UE sulla trasparenza salariale, che dovrà essere recepita a livello nazionale entro il 2026.
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